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Torna anche nel 2023 il Bagna Cauda Day

Articolo in collaborazione con www.torino4food.com.

La cucina piemontese sta resistendo e ha conquistato anche durante le Atp con degustazioni ad hoc e menu personalizzati nei ristoranti. Quindi, andiamo avanti e godiamoci la festa per la nostra specialità più iconica: la mitica Bagna Cauda. Torna il prossimo weekend, dal 24 al 26 novembre 2023, e si replica l’1, 2 e 3 dicembre, con il Bagna Cauda Day, l’evento collettivo e contemporaneo più grande del mondo dedicato alla bagna cauda, che viene celebrato anche a Shanghai, New York e in Giappone.

È un piatto datato per palati nostalgici? Assolutamente no, oggi piace anche ai giovani per il suo rituale di convivialità e condivisione che lo rende speciale. È anche sostenibile e veg, poiché le verdure sono le protagoniste del piatto (e l’iniziativa finanzia azioni di tutela ambientale e solidarietà sociale). E non è solo questo, è anche pacifista. Il messaggio di quest’anno è “Bagna Pax: mettete dei cardi nei vostri cannoni”, un invito che dovremmo seguire subito.

Ma quando ha inizio la storia della bagna cauda? La “Salsa detta del pover uomo”, l’antenata ufficiale della bagna cauda, è menzionata nel “Cuoco Piemontese perfezionato a Parigi” solo nel 1766, ma si parla già di una “salsa calda all’aglio” nel Medioevo. Tutto è legato ai commerci tra Piemonte e Provenza lungo le Strade del Sale, che hanno portato da noi le acciughe come “diversivo” per evitare le tasse sul prezioso sale. È così che inizia l’epopea degli anciué, gli acciugai della Val Maira (e in generale del Cuneese) che con i loro carretti azzurri partivano alla ricerca delle acciughe nelle valli, rendendole il pesce piemontese per eccellenza. Acciughe, aglio e olio: la ricetta della bagna cauda è stata codificata e l’Accademia Italiana della Cucina ne ha depositata una versione definita “la più affidabile e tramandabile” da un notaio il 7 febbraio 2005. Durante il Bagna Cauda Day vengono proposte tre versioni segnalate da un semaforo: la tradizionale (semaforo rosso), l’eretica con aglio stemperato (giallo) e l’atea senza aglio (verde). È previsto anche un Finale in gloria con tartufo. Quest’anno, solo a Torino, partecipano 30 locali tra ristoranti, piole e persino MacBun e Poormanger, con un prezzo fisso di 28 euro (tutti gli indirizzi su www.bagnacaudaday.it, dove è possibile prenotare). Novità di quest’anno è l’adesione al progetto di Slow Food e dell’Alleanza dei Cuochi, che impegna i ristoratori a utilizzare i prodotti dei presidi.

E per quanto riguarda le bevande? L’abbinamento più azzeccato è sicuramente con vini giovani senza invecchiamento in botte. Quindi, una Barbera d’Asti fresca, profumata di frutta, fragrante, magari leggermente briosa, è la prima scelta consigliata dagli organizzatori del Bagna Cauda Day, che suggeriscono bottiglie di quattro cantine astigiane leader: Bava di Cocconato, Braida di Rocchetta Tanaro, Cascina Castlèt di Costigliole e Coppo di Canelli. Ma possiamo osare, sempre restando nel panorama piemontese. Perciò, Dolcetto, Freisa, Grignolino e persino un Langhe Nebbiolo giovane potrebbero essere opzioni interessanti. Date le caratteristiche del piatto, non è necessario cercare particolari sfumature odorose, ma perché non provare un abbinamento inedito con un vino bianco? Potrebbe essere un Erbaluce di struttura, come quello di Favaro di Piverone, Le Chiusure, oppure un vino come il Bajaj, Roero Arneis macerato. Anche un bianco di tendenza come l’ancestrale Lune di primavera di Livio Soria potrebbe essere una scelta intrigante. Mai acqua, comunque.