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Musica in ordine sparso per il Torino Jazz Festival

Sono ben 50 gli eventi in arrivo a Torino dall’11 al 19 giugno in occasione del ritorno del Torino Jazz Festival, tra Main Stage, concerti all’interno di Jazz Club, Jam Sessions, incontri e conferenze.
Questa kermesse, giunta alla decima edizione, è stata organizzata con il patrocinio di Fondazione per la Cultura Torino, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren, con il contributo di Fondazione CRT, OGR Torino, ANCoS e Confartigianato Imprese Torino, uniti “per calare il pubblico nell’universo Jazz, nella sua estetica, nella sua umanità, nella sua natura antropologica e sociale così connessa alla realtà da cui è generata”, come dichiarato dal direttori musicisti del festival Diego Brotton e Giorgio Li Calzi.
Queste, invece, le parole del sindaco Stefano Lo Russo:

“Ricordo dieci anni fa quando l’allora assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe ebbe l’intuizione di questo grande festival pubblico e come abbia avuto ragione. Questo festival è andato crescendo, con prezzi popolari, anche di soli pochi euro. E, sempre parlando di musica, ricordo che Torino quest’anno sarà sotto i riflettori del mondo con Eurovision. Stiamo entrando in una nuova fase culturale piena di futuro.”

La città vivrà dunque la magia del Jazz declinato in tutte le sue forme dal mainstream ai nuovi linguaggi improvvisativi, passando per il rock, l’avanguardia, il nuovo progressive europeo e l’elettronica. In particolare grandi nomi arriveranno sul Main Stage, oltre a vari artisti meno conosciuti e a realtà locali.
La città si riempirà dunque di musica dai club alle piazze, con tanti eventi ospitati da diversi centri cittadini, in particolare le Officine Grandi Riparazioni, il Conservatorio Giuseppe Verdi, l’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, il Teatro Vittoria, il Tempio Valdese e i Jazz club della città per rendere gli eventi il più possibile accessibili a tutti.
Sulla funzione ed il ruolo di questo festival in un momento tanto difficile per molti ha voluto esprimersi così Li Calzi:

“Ci si chiede sempre di più, sbigottiti, davanti a drammatici eventi che ci rendono improvvisamente fragili, se i nostri lavori siano utili o no e, nello specifico, quale può essere il senso di un festival musicale in condizioni così totalizzanti come quelle che stiamo vivendo da qualche anno. Mi piace pensare che i lavori di tutti noi rientrino in un contesto globale di responsabilità etica e che l’arte abbia un ruolo curativo.”

Questa edizione della kermesse, tra le altre cose, è dedicata al ricordo del grande artista Charles Mingus (1922-1979), a cento anni dalla sua nascita, su cui verteranno alcuni degli eventi della giornata di apertura. In particolare la rassegna di eventi si aprirà con un incontro al Circolo dei Lettori con con lo scrittore Flavio Massarutto, autore di testi di Mingus, e un concerto al Teatro Vittoria con Riccardo Forte, voce recitante, e il contrabassista Davide Liberti con l’esecuzione di brani dedicati al tormentato compositore tra i quali un estratto da ‘Natura morta con custodia di sax’ di Geoff Dyler.
Molto atteso è l’appuntamento del 13 giugno, in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia, con il trio norvegese Elephant 9 di Stale Storlokken che sarà anche protagonista di un insolito concerto il giorno successivo nel Tempio Valdese.

Davide Cuneo